pavimento industriale resina

Le resine, compagne ideali di ogni pavimento

Antimuffa, antisdrucciolio, antingiallente, antipolvere: tante sono le caratteristiche delle resine che completano e migliorano i pavimenti industriali.

Cosa serve per far durare di più i pavimenti industriali? I pavimenti industriali in cemento offrono vantaggi notevoli alle aziende. Sotto il profilo estetico danno quel senso di pulizia e linearità indispensabile negli ambienti di lavoro. Sono soggetti però all’usura dovuta ai carichi, all’azione di agenti chimici, all’abrasione, al lavorio dell’infiltrazioni d’acqua che fa sviluppare muffe. Il calcestruzzo utilizzato inoltre, come abbiamo mostrato in precedenza, si deteriora con il tempo. L’aggiunta finale di uno strato di resina permette di migliorarne le prestazioni ritardando di molto il deterioramento.

La rifinitura perfetta: uno strato aggiuntivo che corona ogni progetto. Dopo un lavoro svolto a regola d’arte (QUI ti abbiamo mostrato le varie fasi della realizzazione di un pavimento in cemento industriale) occorre aggiungere una resina protettiva che possa ulteriormente migliorare le prestazioni del pavimento. Disponibili con svariati colori, le resine si rivelano preziose nel contrasto agli agenti esterni che danneggiano il pavimento.

Alcune delle resine più diffuse

Quali tipi, quali caratteristiche, dove utilizzarle. A seconda del luogo di lavoro è più opportuno sceglierne una anziché un’altra. Molto apprezzata è quella antisdrucciolo che permette di ridurre al minimo gli scivolamenti, e in luoghi con macchinari o cantieri mobili è davvero utile. Largamente diffuse anche quelle antimuffa che limitano al massimo la penetrazione di questi organismi. La resina antiolio e antipolvere aiuta il calcestruzzo (Edil84 esegue lavori di restauro sul calcestruzzo) a respingere le infiltrazioni rendendolo più duraturo; quest’ultima è ampiamente utilizzata nelle aziende, soprattutto in alcune aree come i depositi, ma anche negli ospedali.

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Pavimento in cemento industriale: i vantaggi

Un approfondimento sulla realizzazione e sui vantaggi del pavimento in cemento industriale a cura di Edil84.

Un pavimento realizzato in cemento industriale risponde a tutte le esigenze di un’azienda. Una lunga durata, facilità nella pulizia, manutenzione dai costi contenuti, offre anche buone prestazioni sotto il profilo della conduzione termica.

Sebbene inoltre abbia una grande diffusione negli ambienti produttivi, non mancano esempi di un suo uso anche per quelli sanitari (grazie alla già citata facilità di pulizia) e perfino residenziali. La sua essenzialità, la sua pulizia estetica, infatti, si sposa con gli ambienti dal design moderno e lineare.

La realizzazione di un pavimento con il cemento industriale non richiede tempi particolarmente lunghi né costi elevatissimi a confronto con altre tipologie. C’è però, come per ogni intervento, una fase preliminare nella quale si devono avere ben chiare le caratteristiche del luogo dove si interviene.

Completato questo passaggio indispensabile si procede così:

  1. Preparazione di una base, la massicciata, sulla quale successivamente si disporranno gli strati successivi.
  2. Posa di uno strato di isolante sulla base predisposta in precedenza. Questo isolante permette di evitare le penetrazioni di acqua (altamente pericolosa per il calcestruzzo e in generale per ogni edificio).
  3. Fissazione di un’armatura in rete elettrosaldata che agevoli la diffusione del calcestruzzo evitando inoltre crepe, ritiri, fessurazioni e getti sbagliati.
  4. Getto del calcestruzzo che andrà a disporsi sulla rete elettrosaldata.
  5. Uniformazione del calcestruzzo. Attraverso una staggia, la colata viene diffusa uniformemente rimuovendo le porzioni in eccesso e garantendo una distribuzione omogena.
  6. Una volta che tutta la superficie è stata coperta dal calcestruzzo si procede a levigarla con un altro strumento, la frattazzatrice, che permette di rimuovere le asperità migliorando il lato estetico.
  7. Ultima rifinitura. Il pavimento viene verniciato con una resina idro e olio repellente che ne migliora la capacità di resistere alle macchie e agli agenti chimici.

L’importanza delle impermeabilizzazioni

Stiamo parlando di uno degli interventi più delicati. La copertura di tetti e ripiani richiede una premura maggiore perché gli errori possono sfociare in veri e propri danni.

L’acqua è da sempre uno dei nemici giurati di ogni costruzione. Abbiamo già parlato (QUI) di quanto sia pericoloso il deterioramento del calcestruzzo, provocato spesso dal lento lavorio degli elementi e soprattutto dall’acqua. Le infiltrazioni d’acqua possono produrre danni a qualsiasi costruzione. Danni che rischiano di essere anche ingenti.

Se molto spesso si riscontrano dei danni agli elementi esterni, a partire dal cappotto esterno (per saperne di più), non mancano casi di infiltrazioni d’acqua che attaccano le strutture più essenziali di un edificio. Per questo la tempestività nell’intervento, che necessita prima di un approfondito esame che solo tecnici esperti del settore possono condurre, è decisiva.

Quali sono le zone più a rischio?

  1. Nell’intradosso delle coperture a falde inclinate in seguito allo spostamento o alla rottura accidentale di uno o più elementi del manto di copertura, soprattutto se costituito da scandole in legno, coppi, tegole marsigliesi, lastre di pietra oppure coppi ed embrici, oppure per la rottura o l’otturazione di una grondaia o un discendente;
  2. Intorno alle cappe dei camini, nei displuvi o comunque in qualunque porzione di edificio dedita allo scolo delle acque.
  3. Nelle coperture in piano spesso danneggiate a causa dell’usura, della scarsa manutenzione oppure disfunzionanti perché mal progettate.
  4. In tutte le aree sporgenti come balconi e terrazze.
  5. Solai e pareti verticali dove sono presenti caditoie.

La nostra esperienza al tuo servizio

È indispensabile riconoscere per tempo le infiltrazioni d’acqua, identificare i punti sensibili e predisporre una strategia per risolverle alla radice. Contatta Edil84 per una diagnosi completa.

Interventi di restauro sul calcestruzzo

Sono sempre di più gli edifici che presentano un calcestruzzo deteriorato.

Dopo un’attenta analisi del deterioramento del calcestruzzo, Edil84 ti assiste con un piano di recupero.

Tutti siamo sobbalzati quando il presidente Rocco Commisso ha mostrato in diretta un calcinaccio che gli era caduto poco distante, sfiorandolo. Non è un fatto tanto eccezionale perché il calcestruzzo usato nei nostri monumenti e edifici nei passati decenni del Novecento è sempre più deteriorato. Lo dimostra in modo drammatico la vicenda del Ponte Morandi che pone tutti gli attori, dalle Istituzioni alle aziende, di fronte ad un patrimonio architettonico sempre più vecchio e sempre più malandato.

Con il tempo, infatti, il calcestruzzo diventa più poroso causando infiltrazioni e conseguente arrugginimento del metallo che si espande provocando distacchi. L’esposizione agli elementi o ad agenti inquinanti è ritenuta inoltre un fattore che può accelerare il deterioramento.

Come intervenire

Edil84 offre un intervento professionale che permette di ripristinare il calcestruzzo nella sua interezza estetica e funzionale. Una delle soluzioni che consigliamo è la malta cementizia che permette di integrare le porzioni di calcestruzzo distaccate. In tal caso si rimuove il calcestruzzo deteriorato fino a far emergere i ferri dell’armatura che, a loro volta, vengono accuratamente puliti con l’idrosabbiatura o con metodi affini. Questi ultimi vengono anche ricoperti di malta anticorrosiva che aiuta nel contrastare la ruggine.

La rimozione delle frazioni di calcestruzzo alterato permette una corretta ed efficace applicazione della malta che, disposta con attenzione, integra i volumi persi. Una volta ultimato il manufatto riassume la forma originaria.

Contattaci per una diagnosi dello stato di deterioramento del calcestruzzo e ti forniremo un preventivo dettagliato dell’intervento di restauro.

Superbonus, dove migliorare la misura

Da più parti si sta lavorando per migliorare una misura giù utile come il Superbonus.

Il Superbonus è una misura anticrisi appetibile ma, come alcuni stanno facendo notare, questa occasione rischia di essere solo per pochi. Da più parti adesso si lavora per limare i difetti. Uno dei soggetti in prima linea è ANCE che, per bocca del presidente Gabriele Buia, durante un’audizione sul Dl agosto alla Commissione Bilancio del Senato ha presentato alcune proposte migliorative.

Le richieste di ANCE

Tra queste c’è la richiesta di estendere la platea dei soggetti beneficiari alle “imprese che eseguono lavori agevolati su immobili di loro proprietà”. Al momento imprenditori e professionisti hanno un margine di manovra molto limitato. Qualora il beneficiario del Superbonus possieda un immobile strumentale situato in un condominio, può eseguire lavori di miglioramento nelle parti comuni dell’edificio.

Sempre ANCE chiede di “rivedere la definizione di condominio adottata dall’Agenzia delle Entrate ai fini dell’applicabilità della detrazione potenziata al 110%, che punta a impedire gli interventi su abitazioni con un unico proprietario. Ciò limita fortemente l’impatto economico della misura e le potenzialità del provvedimento, come stimolo agli interventi di riqualificazione urbana e all’interesse pubblico di avviare un serio programma di risparmio energetico e di sicurezza del patrimonio edilizio esistente”. ANCE punta infatti a semplificare l’accesso alla detrazione: la conditio sine qua non del condominio è il frazionamento e quando sussiste si dovrebbe poter accedere al Superbonus.

ANCE chiede infine di “eliminare il riferimento utilizzato dall’Agenzia delle Entrate alla “prevalente destinazione residenziale” per gli interventi sulle parti comuni condominiali, che limita fortemente il beneficio, specie per le unità immobiliari a destinazione non abitativa possedute da soggetti esercenti attività d’impresa”.

Superbonus, ci siamo: tutte le info

Il Superbonus è finalmente realtà: una misura che può dare slancio all’edilizia. Edil84 spiega quali interventi sono consentiti e quali sono le asseverazioni richieste.

Dopo una gestazione non sempre agevole il Superbonus vede finalmente la luce. L’Agenzia delle Entrate ha portato a termine l’ultimo passaggio: la pubblicazione del provvedimento attuativo. Il Superbonus, che rappresenta un concreto aiuto all’edilizia, dovrebbe quindi essere attivo a partire da settembre.

La platea dei fruitori potenziali è ampia: condomini, persone fisiche, case popolari ma anche associazioni e società sportive. Si può richiedere il Superbonus per spese sostenute e documentate dal 1 luglio 2020 al 31 luglio 2021. Gli interventi sono consentiti su parti comuni di edifici, unità immobiliari, singole unità familiari. Tra gli interventi contemplati ci sono quelli per aumentare l’efficienza energetica e per la riduzione del rischio sismico.

Nel dettaglio il Superbonus consente:

  1. Interventi sull’involucro degli edifici che migliorino l’isolamento termico per almeno il 25% delle superfici disperdenti.
  2. Sostituzione di impianti di climatizzazione, distribuzione dell’acqua (caldaie) che permettano di migliorare la classe energetica.
  3. Interventi antisismici che pur non elevando la classe sismica dell’edificio permettono di implementare rigidezza e comportamento sismico. In questi passaggi la norma è meno dettagliata ma tra gli interventi riconosciuti sono assorbiti anche quelli meno incisivi ma comunque utili come quelli di inserimento di elementi di rinforzo.
  4. Di concerto con almeno uno dei tre interventi di cui poco sopra, consente inoltre di intervenire su efficientamento energetico, di istallare colonnine di ricarica elettrica, impianti solari e annessi sistemi di accumulo.

Cosa serve per ottenere il Superbonus

Una misura come questa è chiaramente allettante. Per far sì che a farne uso siano coloro che hanno eseguito reali lavori di miglioramento, sono richieste delle asseverazioni e precisi visti di conformità.

Contatta Edil84 per un consulto dedicato alla specifica situazione abitativa che permetta di chiarire quali interventi sono necessari e come ottenere tutte le approvazioni.

Certificazioni, perché serve conseguirle

Per le aziende è determinante conseguire alcune precise certificazioni che qualificano il proprio lavoro. Edil84 ne ha conseguite diverse.

Non un semplice pezzo di carta ma un documento ufficiale che attesta qualità del lavoro, sicurezza sul posto di lavoro, rispetto dell’ambiente e che può essere determinante nella scelta di un’azienda. Sono varie le certificazioni che permettono chiarire come opera un’azienda secondo molteplici aspetti e profili. Edil 84 pone da sempre grande premura per certificazioni e ne ha conseguite diverse negli anni.

La Certificazione OHSAS 18001 (Occupational Health and Safety Assessment Series) attesta il rispetto delle norme di sicurezza sul posto di lavoro e la prevenzione dei rischi. Quella del controllo e della prevenzione dei rischi sul lavoro è una materia in costante evoluzione. Per questo le aziende devono rinnovare ogni tre anni la certificazione. Decisiva inoltre l’Attestazione SOA che permette alle ditte edili di partecipare alle gare pubbliche d’appalto per lavori superiori ai 150.000 euro.

Edil84 si è spesa anche per il conseguimento della ISO 14001. Questa è una norma internazionale con adesione volontaria alla quale ogni azienda o ente può aderire. La ISO specifica quali sono le ricadute delle produzioni di una determinata azienda – emissioni in primis – ma anche tutte le contromisure adottate per ridurle. Una scelta determinata da una crescente coscienza ambientale: la ISO permette quindi di chiarire qual è l’impatto ambientale di un’azienda e di pianificare come ridurlo. Si tratta quindi di una certificazione preziosa visti i crescenti obblighi in materia.

Microsoft Project Management, un grande alleato per chi fa impresa

Tante aziende come Edil84, per rispettare tempi e costi, si affidano ad un sistema di pianificazione come Microsoft Project Management.

Pianificare il lavoro è sempre basilare. Soprattutto quando si devono rispettare costi e scadenze di un progetto tenendo conto delle crescenti complessità di gestione alle quali vanno incontro le aziende. Una pianificazione meticolosa permette di chiarificare ruoli, obiettivi di medio e lungo periodo, impiego di risorse per singole attività e calcolo del tempo impiegato. Per rispettare le tabelle di marcia le aziende come Edil84 decidono di puntare sulla programmazione ricorrendo ad un software: Microsoft Project Management.

Maggiore affinamento c’è nella definizione delle fasi progetto e degli attori coinvolti e migliori risultati concretamente misurabili si ottengono. Solo da un riscontro effettivo rispetto agli obiettivi e ai tempi (abbiamo già parlato del cronoprogramma) è possibile anche definire quali risorse destinare o togliere per ottimizzarne l’uso. Da qui un chiaro incremento della produttività per l’azienda stessa.

Perché le aziende scelgono questo software

Rispetto ad altri sistemi (c’è ancora chi fa tutto a mano!), Microsoft Project Management offre tutto ciò che occorre alle aziende. Secondo uno studio condotto da Capterra, gli strumenti di pianificazione dei progetti più ricercati sul mercato devono includere la condivisione dei file, la registrazione del tempo effettivo impiegato nelle varie operazioni, l’integrazione con le email o altri sistemi di messaggistica e i diagrammi di Gantt. Tutti questi sono contenuti nel software e sono utili al lavoro.

Comunicazione e condivisione di informazioni sono imprescindibili, l’assenza di comunicazione porta viceversa inevitabilmente ad uno scarso successo nel progetto. Per le aziende quindi è indispensabile poter comunicare rapidamente intervenendo di conseguenza sul progetto. Sempre nell’ottica di una semplificazione nell’accesso ai progetti è possibile utilizzare il sistema anche da telefono: anche quando siamo in cantiere possiamo aggiornare progressivamente lo stato di avanzamento del lavoro.

Anche per queste preziose funzionalità, noi di Edil84 abbiamo scelto di puntare su Microsoft Project Management che ci permette di essere al passo con lo sviluppo e il completamento di un progetto.

Cappotto termico, con l’ecobonus 2020 si può migliorare

Intervenire sul cappotto termico consente di migliorare l’efficienza energetica di un edificio e il comfort acustico per gli abitanti.

L’ecobonus 2020 è lo stimolo ideale per finanziare questi lavori. L’analisi di Edil84.

Consumi elevati, dispersione di calore, inquinamento, costi che lievitano. Sono ancora troppi i condomini che presentano delle criticità evidenti sotto il profilo energetico che possono però essere risolte intervenendo sul cappotto termico.

Per cappotto termico si intende il sistema di isolamento termico di un edificio composto da strati differenti e sovrapposti: collante, pannelli isolanti, tasselli per ancoraggio, intonaco di fondo, strato di rinforzo o armatura, finitura protettiva ed eventuali accessori. L’efficientamento energetico funziona sia per impedire la dispersione di calore sia nel conservare meglio il fresco.

Gli interventi di efficientamento energetico non si esauriscono al solo involucro esterno. Qualora sussistano vincoli architettonici sull’edificio è possibile intervenire comunque sul cappotto interno. È questo un intervento più rapido che permette di migliorare sensibilmente l’efficienza dell’edificio e il comfort interno degli abitanti. Nel caso del cappotto interno si utilizzano pannelli isolanti in polistirene coperti poi con il cartongesso, oppure sughero, canapa e aerogel.

Edil84 orienta il cliente nella scelta del materiale più adatto a seconda delle caratteristiche dell’edificio.

Sfruttare i vantaggi dell’ecobonus al 110%

L’ecobonus con aliquota innalzata al 110% rappresenta l’occasione perfetta per intervenire sui consumi energetici degli edifici. Grazie all’ecobonus infatti si possono detrarre le spese sostenute da luglio 2020 a luglio 2021 per lavori di efficientamento energetico. Tra le migliorie consentite ci sono quelle sugli impianti di riscaldamento e, appunto, sul cappotto termico.

Un intervento benefico per più motivazioni. Da segnalare inoltre che il cappotto termico non migliora soltanto le prestazioni energetiche dell’edificio ma permette di raggiungere l’isolamento acustico migliorando sensibilmente il comfort degli abitanti e permette di azzerare i ponti termici. I ponti termici sono dei punti particolarmente dannosi e complicati da gestire perché da lì si disperde il calore, vi si accumula umidità con il rischio di penetrazione di muffe.

L’impianto di cantiere in 6 passaggi

Edil84 analizza e riassume tutte le informazioni utili relativamente all’impianto di cantiere.

L’impianto di cantiere è un momento decisivo per tutta la realizzazione e necessita di un’attenzione particolare. Il documento centrale in questo processo, che chiama in causa una pluralità di figure professionali, è il Piano Sicurezza Cantiere. Questo deve essere redatto dal Coordinatore per la Sicurezza (CPS) in fase di progettazione. Solo di rado e in casi specifici provvede a redigerlo il Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione.

L’impianto di cantiere in sei passaggi

Ci sono cinque fasi indispensabili nel completamento di un impianto di cantiere.

  1. Sopralluogo e messa a disposizione da parte della Committenza delle aree per il cantiere. Ci sono due casi. Nel primo, per accelerare i tempi, la Committenza può inviare all’impresa il Verbale di consegna dei lavori e sopralluogo. Attraverso questo documento viene consegnata l’area oggetto di cantiere. In alternativa può succedere che la Committente non consegni l’area prima della partenza effettiva dei lavori. Per ovviare a questa situazione serve comunque un sopralluogo che, per quanto più rapido, non dev’essere meno accurato.
  2. Al sopralluogo segue la redazione del PSC da parte del Coordinatore Per la Sicurezza. Il documento deve includere tutte le indicazioni dettagliate per la costruzione dell’impianto di cantiere.
  3. Sopralluogo da parte del Tecnico dell’Impresa e successiva integrazione del PSC con le modifiche richieste dall’impresa.
  4. Confronto con le autorità amministrative intervenienti sul cantiere stesso e completamento dell’iter autorizzativo.
  5. Allaccio provvisorio utenze. A seconda delle esigenze, dei consumi ma anche dei fornitori (unico o meno) si interpellano gli uffici competenti per un allaccio provvisorio.
  6. Realizzazione vera e propria dell’impianto di cantiere secondo le indicazioni contenute nel PSC e con un cronoprogramma ben delineato. Un punto sul quale soffermarsi è la recinzione del cantiere che, munita anche di appositi cartelli, deve impedire l’accesso agli estranei.

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