Cappotto termico, con l’ecobonus 2020 si può migliorare

Intervenire sul cappotto termico consente di migliorare l’efficienza energetica di un edificio e il comfort acustico per gli abitanti.

L’ecobonus 2020 è lo stimolo ideale per finanziare questi lavori. L’analisi di Edil84.

Consumi elevati, dispersione di calore, inquinamento, costi che lievitano. Sono ancora troppi i condomini che presentano delle criticità evidenti sotto il profilo energetico che possono però essere risolte intervenendo sul cappotto termico.

Per cappotto termico si intende il sistema di isolamento termico di un edificio composto da strati differenti e sovrapposti: collante, pannelli isolanti, tasselli per ancoraggio, intonaco di fondo, strato di rinforzo o armatura, finitura protettiva ed eventuali accessori. L’efficientamento energetico funziona sia per impedire la dispersione di calore sia nel conservare meglio il fresco.

Gli interventi di efficientamento energetico non si esauriscono al solo involucro esterno. Qualora sussistano vincoli architettonici sull’edificio è possibile intervenire comunque sul cappotto interno. È questo un intervento più rapido che permette di migliorare sensibilmente l’efficienza dell’edificio e il comfort interno degli abitanti. Nel caso del cappotto interno si utilizzano pannelli isolanti in polistirene coperti poi con il cartongesso, oppure sughero, canapa e aerogel.

Edil84 orienta il cliente nella scelta del materiale più adatto a seconda delle caratteristiche dell’edificio.

Sfruttare i vantaggi dell’ecobonus al 110%

L’ecobonus con aliquota innalzata al 110% rappresenta l’occasione perfetta per intervenire sui consumi energetici degli edifici. Grazie all’ecobonus infatti si possono detrarre le spese sostenute da luglio 2020 a luglio 2021 per lavori di efficientamento energetico. Tra le migliorie consentite ci sono quelle sugli impianti di riscaldamento e, appunto, sul cappotto termico.

Un intervento benefico per più motivazioni. Da segnalare inoltre che il cappotto termico non migliora soltanto le prestazioni energetiche dell’edificio ma permette di raggiungere l’isolamento acustico migliorando sensibilmente il comfort degli abitanti e permette di azzerare i ponti termici. I ponti termici sono dei punti particolarmente dannosi e complicati da gestire perché da lì si disperde il calore, vi si accumula umidità con il rischio di penetrazione di muffe.

L’impianto di cantiere in 6 passaggi

Edil84 analizza e riassume tutte le informazioni utili relativamente all’impianto di cantiere.

L’impianto di cantiere è un momento decisivo per tutta la realizzazione e necessita di un’attenzione particolare. Il documento centrale in questo processo, che chiama in causa una pluralità di figure professionali, è il Piano Sicurezza Cantiere. Questo deve essere redatto dal Coordinatore per la Sicurezza (CPS) in fase di progettazione. Solo di rado e in casi specifici provvede a redigerlo il Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione.

L’impianto di cantiere in sei passaggi

Ci sono cinque fasi indispensabili nel completamento di un impianto di cantiere.

  1. Sopralluogo e messa a disposizione da parte della Committenza delle aree per il cantiere. Ci sono due casi. Nel primo, per accelerare i tempi, la Committenza può inviare all’impresa il Verbale di consegna dei lavori e sopralluogo. Attraverso questo documento viene consegnata l’area oggetto di cantiere. In alternativa può succedere che la Committente non consegni l’area prima della partenza effettiva dei lavori. Per ovviare a questa situazione serve comunque un sopralluogo che, per quanto più rapido, non dev’essere meno accurato.
  2. Al sopralluogo segue la redazione del PSC da parte del Coordinatore Per la Sicurezza. Il documento deve includere tutte le indicazioni dettagliate per la costruzione dell’impianto di cantiere.
  3. Sopralluogo da parte del Tecnico dell’Impresa e successiva integrazione del PSC con le modifiche richieste dall’impresa.
  4. Confronto con le autorità amministrative intervenienti sul cantiere stesso e completamento dell’iter autorizzativo.
  5. Allaccio provvisorio utenze. A seconda delle esigenze, dei consumi ma anche dei fornitori (unico o meno) si interpellano gli uffici competenti per un allaccio provvisorio.
  6. Realizzazione vera e propria dell’impianto di cantiere secondo le indicazioni contenute nel PSC e con un cronoprogramma ben delineato. Un punto sul quale soffermarsi è la recinzione del cantiere che, munita anche di appositi cartelli, deve impedire l’accesso agli estranei.

Edilizia, una possibile via d’uscita dalla crisi

Grazie a ecobonus e sismabonus le ristrutturazioni cresceranno ancora. I due incentivi possono rilanciare prepotentemente l’edilizia. Nella fase di convivenza con il virus inoltre cambierà anche lo spazio.

La crisi post-Coronavirus impatta pesantemente sull’edilizia. Improbabile una ripresa negli ultimi mesi del 2020. Negli ultimi anni l’edilizia stava, seppur lentamente, smaltendo le scorie della crisi del 2008. Secondo l’Istat, analizzando i permessi a costruire, il 2018 ha registrato il 5,7% dei nuovi fabbricati di edilizia residenziale e non residenziale. Negli ultimi due trimestri del 2019 c’era stato già un rallentamento. Adesso la crisi morde.

Stando alle previsioni di Scenari Immobiliari il calo è di circa il 18,6% a livello nazionale. La ripresa è attesa solo nel 2021 ammesso che ci siano le condizioni giuste per stimolarla. Una crisi dai contorni variabili a seconda dello scenario urbano nel quale si innesta. A Firenze si registra un deprezzamento di circa il 5,57% degli immobili.

Ripartire sarà complicato in un contesto simile nel quale alla recessione si associa un clima di generale sfiducia e di fuga degli investitori. Eppure il settore dell’edilizia è storicamente decisivo per l’economia italiana. Il contributo al PIL è di circa l’8%, rileva ANCE, ma la filiera edile sostiene quasi tutti gli altri comparti dell’economia. Da qui, in ottica rilancio, discende quanto sia necessario sostenere un settore che si porta dietro tutti gli altri.

Ecobonus e sismabonus

Una delle misure più apprezzate del decreto rilancio è il rinnovo e l’innalzamento dell’aliquota di ecobonus e sismabonus. Potranno essere detratte le spese sostenute dal primo luglio 2020 al 31 dicembre 2021 per lavori efficientamento energetico e di adeguamento sismico.

La crescita delle ristrutturazioni è una tendenza consolidata. Gli investimenti sul patrimonio abitativo esistente rappresentavano il 37% del totale nel settore delle costruzioni a dati del 2019, con un incremento di oltre mezzo punto percentuale sull’anno precedente. Incidevano positivamente i già presenti ecobonus e sismabonus. C’è da presumere che dopo l’innalzamento dell’aliquota di ecobonus e sismabonus al 110% si possa assistere ad una vera e propria esplosione delle ristrutturazioni, soprattutto nei condomini.

Quelli consentiti da ecobonus e sismabonus sono interventi utili a migliorare la qualità della vita e l’efficienza energetica ma che necessitano di risorse altrimenti difficilmente reperibili visto il momento. Grazie al meccanismo vantaggioso contemplato nei bonus si possono finalmente sbloccare opere ferme da lungo tempo per la mancanza di risorse.

Come cambierà lo spazio

Oltre al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, si dovrà fare i conti con un contesto mutato: la convivenza con il virus. In questa fase lo spazio subirà dei cambiamenti sensibili. A una nuova centralità della casa, emersa prepotentemente già durante i mesi del lockdown, seguiranno interventi per adattare l’ambiente domestico alle esigenze lavorative delle persone in smart-working ma anche di tutti quegli spazi comuni dentro gli stessi edifici come nel caso dei condomini ma anche degli uffici.

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