Diverse a seconda dell’uso le strutture provvisorie rientrano negli oneri generali di sicurezza del cantiere. Le analizziamo nel focus di Edil84.

Le strutture provvisorie sono quelle strutture assimilabili ai manufatti edilizi destinate ad un uso circoscritto nel tempo, con l’obiettivo di soddisfare esigenze di tutela della sicurezza dei lavoratori in fase di cantiere. Ne esistono tantissimi tipi, e cercare di raggrupparle non è cosa semplice. Si possono dividere in categorie.

  • Strutture provvisorie mobili.
  • Strutture provvisorie fisse.

STRUTTURE PROVVISORIE MOBILI

Sono le meno onerose sotto l’aspetto economico, e spesso non vengono neanche computate, ma rientrano fra gli oneri generali di sicurezza del cantiere. Queste sono.

  • Ponti su ruote o trabattelli: sono la struttura provvisoria con maggior mobilità. A seconda delle tipologie riescono a raggiungere più piani di lavoro fino a quote anche di 10 metri. Lavorano bene in grandi ambienti senza dislivelli, come magazzini o spazi all’aperto, mentre in tanti piccoli spazi al chiuso lavorano male perché devono essere ogni volta smontati e rimontati. Hanno solitamente un costo di noleggio giornaliero e vengono usati spessissimo nelle manutenzioni.
  • Ponti su cavalletti: queste strutture sono usate in prevalenza per lavori da eseguirsi all’interno degli edifici, anche in piccoli spazi confinati, sia per murature che per intonaci o tinteggiature. Sono composti da due cavalletti (con distanza massima l’uno dall’altro di 3,60 metri) e tavole di spessore minimo 5 cm ( larghezza minima 90 cm). Hanno un’altezza massima da terra che non può comunque superare i 2 m. Sono molto usati per raggiungere le altezze di lavoro superiori a 1,80/2 m, grazie alla loro facile manovrabilità e trasportabilità. Il loro costo rientra sempre fra le lavorazioni cui servono.
  • Parapetti provvisori: sono formati da montanti verticali (con funzione di struttura), solitamente in metallo, e tre correnti orizzontali, solitamente in tavole sottomisura in legno, che fanno da protezione. La normativa UNI EN 13374: 2004 li divide in tre classi, A B e C, a seconda della resistenza minima ai carichi statici che devono garantire. Vengono usati principalmente a protezione delle aperture nel vuoto, o lungo le rampe e i pianerottoli in costruzione. Anche questa tipologia di struttura provvisoria solitamente viene computata tra gli oneri generali di sicurezza del cantiere.

STRUTTURE PROVVISORIE FISSE

Hanno un maggior costo rispetto alle strutture mobili. Comportano spesso tre voci: montaggio, smontaggio e noleggio. Esistono più tipi, tutte riconducibili ideologicamente al ponteggio, che resta comunque la tipologia di struttura più conosciuta e diffusa:

  • Ponteggi tradizionali: Questa è sicuramente la tipologia più frequente fra tutte, e un solo libro in realtà non basterebbe per parlarne. Anche qui c’è un costo fisso per il montaggio, che per lavori di grandi dimensioni vengono computati con un prezzo al metro quadrato, e un altro per il noleggio mensile. Ci possono essere vari accessori, come la rete e l’allarme, per evitare l’intrusione di altra gente. Ne esistono tre tipologie.
    • Ponteggio a tubo giunto: è usato particolarmente all’estero e per opere più complesse di restauro, dove la rigida ortogonalità del ponteggio a telai non riesce.
    • Ponteggio fisso a telai prefabbricati: è caratterizzato da rapidità e facilità di montaggio, ed è per questo che è quello più usato, soprattutto per lavori standard come le facciate dei condomini o nuove costruzioni.
    • Ponteggio multidirezionale: é la via di mezzo fra queste due tipologie, ed é quello più costoso fra tutti.
  • Ponteggi autosollevanti: anche se non sono molto frequenti, molte imprese si affidano comunque a questa tipologia di struttura. Sono costituiti da un piano di lavoro molto simile al ponteggio tradizionale, con una lunghezza che può essere variabile e una larghezza simile al tavolato del ponteggio stesso. Questo piano di lavoro si muove in direzione verticale, su una sorta di binario verticale di una o più colonne reticolari in acciaio e garantisce comunque ai lavoratori di operare in sicurezza mediante il parapetto su tutta l’area di lavoro. Le colonne ovviamente necessitano di un supporto stabile a terra, che deve essere verificato dal montatore stesso; questa tipologia solitamente ha un costo fisso per il montaggio e smontaggio e un costo variabile relativo al noleggio mensile.
  • Ponteggi sospesi: sono molto simili a quelli autosollevanti, forse ancora meno frequenti, solo che invece che avere il supporto dal basso, hanno il supporto e ancoraggio che arriva dall’alto, mediante una struttura intelaiata e argani. Questi argani riescono a sostenere e muovere il ponte di lavoro, sempre debitamente protetto da parapetto a tutto giro, medianti funi le quali possono essere movimentate manualmente o a mezzo di motore. Anche qui per i costi sono della tipologia del ponteggio autosollevante (prezzo a corpo per montaggio e smontaggio, più il noleggio mensile).

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